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Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha costituzione. (art.16 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino 1789)
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I trattati UE, a partire da quello di Maastricht del 1992, si sono discostati dai principi della Costituzione Italiana del 1948 che metteva al primo posto l'importanza del lavoro, sostituendola con la stabilità dei prezzi: un principio di equità sociale è stato sostituito con un principio di libertà economica.
Nel maggio 1215 i baroni rifiutarono la fedeltà al Re costringendolo, in cambio dell'obbedienza, a concedere una serie di concessioni contenute nella Magna Carta. Nel 2015 si è celebrato l'800° anniversario della Magna Carta (1215) e la Costituzione del Regno Unito è cambiata drammaticamente da allora, evolvendo da una monarchia feudale ad una monarchia costituzionale a sovranità parlamentare. In questi 800 anni non vi è stato alcun evento significativo che abbia indotto i cittadini del Regno Unito a ritenere necessario riconsiderare istituzioni e valori sui quali si fonda il legame sociale. Come risultato il Regno Unito non ha mai adottato un singolo documento che formalizzasse le regole fondamentali e le restrizioni del suo Governo centrale, ma possiede un insieme di statuti, costituzionalmente rilevanti, accumulatisi nel corso degli ultimi 800 anni. Essi sono stati un riferimento costante per la redazione delle circa 900 Costituzioni che vari paesi hanno scritto negli ultimi 200 anni. Qual è la funzione principale di una Costituzione? Derivandola dall'origine della Magna Carta e dalle Costituzioni che seguirono, lo spiegano chiaramente James Melton, Christine Stuart e Daniel Helen, nel documento "To codify or not to codify" (p. 7):
La prima, e forse la più importante, funzione di una costituzione è di limitare il potere del governo. Le Costituzioni generano un insieme di principi inviolabili e di specifiche disposizioni alle quali le future leggi e l'attività di governo devono conformarsi. Questa funzione, comunemente chiamata "costituzionalismo", è vitale per il funzionamento della democrazia. Una seconda, molto pratica, funzione delle costituzioni è che esse definiscono le strutture dell'autorità e fondano le istituzioni di governo. Questo è cruciale dato che tutti i governi, sia democratici sia dittatoriali, necessitano di istituzioni stabili con le quali governare, che permettono a chi è in carica di focalizzarsi sulla sostanza della politica di governo piuttosto che dibattere le regole del gioco.
Il tema oggi in discussione riguarda la persistente attualità del testo costituzionale o, invece, l’eventuale esigenza di emendarlo. Uso non a caso l’espressione “emendare”, evocativa di un intervento comunque limitato, poiché parto dal presupposto che l’esito del referendum costituzionale del giugno 2006, il quale per la prima volta dopo l’entrata in vigore della Costituzione ne ha esplicitamente confermato il valore come testo unitario, debba indurci a respingere ogni ipotesi di riforma complessiva (di “grande riforma”) della Carta e a ritenere possibili soltanto “emendamenti correttivi e integrativi” (secondo l’espressione usata da Leopoldo Elia), ove se ne ravvisi l’ineludibile necessità. Una lettura confermata anche dal Presidente Napolitano, nel suo intervento davanti al Parlamento in seduta comune in occasione della celebrazione del 60° anniversario della Costituzione, quando rilevò come dalla consultazione popolare fossero risultate “non sufficientemente riconosciute le esigenze, e non mature le condizioni, di un’opera di complessiva riscrittura del testo costituzionale sull’ordinamento della Repubblica”, restando invece “perfettamente comprensibile e perseguibile l’intento di procedere alla revisione di specifiche norme costituzionali, che si giudichino non più rispondenti ad esigenze di corretta ed efficace articolazione dei poteri nel sistema delle istituzioni repubblicane.
I Trattati europei che vennero via via approvati su varie materie (ved. diagramma) si concentrarono inizialmente su aspetti industriali ed energetici (Carbone, Acciaio, Energia Atomica). Nel 1992, con il Trattato di Maastricht, che aveva come obiettivo la creazione dell'unione monetaria, avvenne la svolta neoliberista che indirizzò la UE verso una strada diversa da quella della Costituzione Italiana. Nel 2007, il Trattato di Lisbona, nell'intento di scrivere una Costituzione europea, ha riordinato i trattati preesistenti e anticipato il pareggio di bilancio (ved. bibliografia Giuseppe Palma). Riassumendo: tutta una serie di Trattati che hanno invertito l'importanza che la Costituzione Italiana poneva sul lavoro, spostandola sulla stabilità dei prezzi.
Nel 2011, mentre in Europa ferveva il dibattito sui provvedimenti anticrisi che avrebbe generato nel 2012 il Trattato europeo sulla stabilità (Fiscal Compact), un gruppo di economisti americani (tra i quali cinque premi Nobel per l'economia) inviarono un appello al presidente Obama (ved. bibliografia) per argomentare la loro avversione all'inserimento nella Costituzione USA del pareggio di bilancio, in particolare scrivendo:
E' pericoloso tentare di equilibrare il bilancio troppo velocemente nell'economia di oggi. I grandi tagli di spesa e/o aumenti delle imposte che sarebbero necessari potrebbero danneggiare il già debole recupero.
I sistemi politici della periferia europea sono stati creati in seguito alle dittature, e sono stati definiti da queste esperienze. Le Costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica guadagnata dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo. I sistemi politici periferici tipicamente mostrano alcune delle seguenti caratteristiche: governi deboli; stati centrali deboli rispetto alle regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; sistemi di costruzione del consenso che favoriscono il clientelismo politico; e il diritto di protestare se vengono apportate modifiche indesiderate allo status quo politico. Le carenze di questa eredità politica sono state rivelate dalla crisi. Questi paesi hanno avuto successi solo parziali nella produzione di programmi di riforma fiscale ed economica, con i governi vincolati dalle Costituzioni (Portogallo), Regioni potenti (Spagna), e l'ascesa di partiti populisti (Italia e Grecia). Vi è un crescente riconoscimento della portata di questo problema, sia al centro che in periferia. Stanno incominciando a verificarsi dei cambiamenti. La Spagna ha adottato misure per affrontare alcune delle contraddizioni dell'era post-Franco con la legislazione dello scorso anno che consente più da vicino la sorveglianza fiscale delle regioni. Ma, fuori dalla Spagna poco è accaduto finora. Il test chiave per il prossimo anno [2014] sarà in Italia, dove il nuovo governo [Monti] ha l'opportunità di impegnarsi in modo chiaro in riforme politiche significative.
I Trattati europei mostrano una lunga serie di incompatibilità con l'attuale Costituzione italiana, come argomentato dagli avvocati Giuseppe Palma e Marco Mori (ved. bibliografia). Inoltre, a seguito della crisi finanziaria del 2008 il principio del pareggio di bilancio è stato recepito nell'ordinamento italiano dal governo Monti che, nel 2012 ha riscritto l'articolo 81 della Costituzione italiana. A tal proposito scrive l'economista Vladimiro Giacchè (ved. bibliografia pp. 6-7):
A questo punto, di fronte ai deludenti risultati del governo Renzi sul piano dell'occupazione a causa dei vincoli posti dai Trattati europei e, in particolare, dal pareggio di bilancio (inserito nel 2012 nella Costituzione Italiana Art.81), Vladimiro Giacchè si chiede se è opportuno proseguire sulla modalità di integrazione europea odierna o se sia meglio cambiare direzione di marcia scegliendo quella indicata dall'attuale Costituzione Italiana, vale a dire quella che privilegia la piena occupazione e l'intervento pubblico anzichè lo "Stato minimo" e il lesseiz faire del neoliberismo.In base al nuovo articolo 81, "il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali". Si tratta di un cuneo pericolosissimo inserito nella Costituzione, un tarlo che la rode dal di dentro, minando l'esigibilità dei diritti che la Carta garantisce. [...] In effetti, la regola del pareggio di bilancio non soltanto colpisce salari e occupazione, accrescendo la disoccupazione strutturale (e impedendo così che trovino realizzazione gli articoli 1,4 e 35-37 della Costituzione), ma rende di fatto impraticabili politiche industriali che comportino investimenti pubblici e più in generale l'intervento pubblico in economia (articoli 41-47, e in particolare gli artt.41, commi 2 e 3, 42, commi 1 e 3, e 43). [...] Ma il problema di fondo è un altro: questa metodologia di calcolo, che subordina l'obiettivo di ridurre la disoccupazione (e l'intervento pubblico rivolto a tale fine) all'obiettivo di contenere l'inflazione, è perfettamente coerente con la gerarchia dei valori espressa nei Trattati europei, in cui la stabilità dei prezzi è sovraordinata all'obiettivo della massima occupazione. Il risultato concreto di tutto questo è stata l'imposizione di politiche di austerity incompatibili con efficaci politiche anticicliche (o meglio: direttamente procicliche), che hanno determinato, in Italia e altrove, la creazione di un equilibrio di sottoccupazione e aggravato la crisi.
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James Melton, Christine Stuart, Daniel Helen (2015), To codify or not to codify - Lessons from consolidating the United Kingdom’s constitutional statutes (PDF) - Constitution Unit School of Public Policy University College London
Costituzione nell'enciclopedia Treccani
Vladimiro Giacché (2013), Trattati europei e democrazia costituzionale (PDF)
Giuseppe Palma (2015), L’incompatibilità tra costituzione italiana e trattati dell’unione europea - I principali aspetti di criticità (PDF)
Luciano Barra Caracciolo (2014), L’Unione monetaria europea e la Costituzione italiana
Luciano Barra Caracciolo (2014), Il giudice Barra Caracciolo punta il dito sulla Corte Costituzionale
Marco Mori (2012), Fiscal compact: un Trattato uccide la democrazia
(2011), Nobel Laureates and Leading Economists Oppose Constitutional Balanced Budget Amendment (PDF) - Appello di alcuni premi Nobel al presidente Obama per opporsi al patto di bilancio nella Costituzione USA
Costituzione Italiana (PDF) - Senato della Repubblica
Pagina aggiornata il 5 luglio 2023